LINFA NERA, ELISA BERTINI
Oggi parliamo di Linfa Nera, il thriller di esordio di Elisa Bertini.
Non sapevo bene cosa aspettarmi da questo libro, ma sicuramente ne sono uscita molto soddisfatta.
Ma andiamo per ordine.
TRAMA:
Lena Malinverni è una botanica forense. La botanica forense è una branca della scienza forense che applica le conoscenze della botanica all'indagine del crimine.
Lena viene contattata per intervenire nell'indagine di un cold case appena riaperto, in seguito al ritrovamento del corpo di Eva De Luca, una giovane donna scomparsa un anno prima.
Il ruolo della scienziata è quindi quello di analizzare il corpo e il luogo del suo ritrovamento, in cerca di tracce di spore, pollini o altri elementi di origine naturale che possano aiutare a ricostruire le ultime ore della vittima e i luoghi in cui si è recata o è stata portata.
Mi sono informata e si, questa scienza ha fondamenta reali. E' una cosa che esiste veramente e che si sfrutta anche nell'indagine contemporanea, anche se, richiedendo analisi molto costose, viene impiegata di rado. Tutto ciò a me ha aperto un mondo, l'ho trovata una cosa geniale. L'idea che una pianta possa lasciare tracce invisibili sui miei capelli e che si possono ritrovare ancora un anno dopo, per me, è quasi fantascienza.
Ma parliamo dei personaggi. Lena, la protagonista, mi è piaciuta molto. Una giovane donna, sola e indipendente seppur costantemente attraversata da questa linfa nera (metafora e gioco di parole tra il malessere della donna e la sua professione; un tocco di genio che da origine al titolo e che ho particolarmente apprezzato): attacchi di panico, ansia e insicurezza che sembrano placarsi solo grazie alle sue corse quotidiane e ad una saltuaria dose di Xanax.
Lena non ha paura di far valere le sue opinioni e ha difficoltà a creare rapporti con chi le sta intorno, per la paura di scottarsi.
Ma soprattutto ha una caratteristica fondamentale per la riuscita di questa storia: assomiglia terribilmente a Eva, la ragazza uccisa.
La struttura della storia l'ho trovata molto congeniale al racconto. I capitoli sono molto brevi (una media di 3/4 pagine) e la scrittura di Elisa, semplice ma poetica e molto evocativa, cattura il lettore fin dalle prime pagine.
I capitoli sono suddivisi in più POV: i principali sono narrati dal punto di vista di Lena, in prima persona. Altri sono narrati dal punto di vista di personaggi comprimari, in terza persona. E infine ci sono capitoli che raccontano il pov dell'assassino. Non viene mai fatto il suo nome ed è impossibile intuire qualcosa, ma aggiungono quel pepe alla storia aumentando la tensione e la voglia di andare avanti.
Alcuni elementi del crimine prendono spunto dalla mitologia e dalle leggende della zona di Ravenna, in particolare di alcuni vecchi culti e della tradizione mascherata di Samhain. Questo è un aspetto che ho particolarmente apprezzato, perché ha aggiunto alla storia quella vena misteriosa assolutamente perfetta ed intrigante. Per certi versi mi ha ricordato un pochino la prima stagione di True detective.
Non posso dirvi altro, o rischierei di fare spoiler involontariamente.
Sappiate solo che questo è un thriller perfetto per chi ama un indagine ben studiata, una storia da cui è difficile staccarsi. Il mio consiglio è di leggerlo in autunno (la storia è ambientata in questo periodo, quindi in quel caso sicuramente l'atmosfera renderebbe al 100%), in un weekend tiepido e tranquillo, sotto la copertina, magari in una casetta in mezzo al bosco.
Ringrazio ancora tantissimo Elisa Bertini e SEM edizioni per la copia omaggio.
BUONA LETTURA ❤
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