FIGLI DI TERRA E CIELO, GUY GAVRIEL KAY

 



"[...] Cedono le tenebre al sorgere del sole, 

L'inverno ha fine, con fiori e canti di uccelli, 

Venera la Dea, ricorda gli dei. 

Perché siamo figli di terra e cielo."



Penso di essermi innamorata di questo libro circa nel momento in cui ho letto per la prima volta la trama. E dopotutto, potete biasimarmi? Si parla di pirati, di un pittore, di una ragazza che cerca vendetta... voglio dire!! 


Ero davvero iper curiosa di immergermi in questa lettura e ora che l'ho terminata devo dire di essere felice di averlo fatto, perché è uno di quei libri che ti lascia sempre qualcosa, a prescindere dal giudizio finale che gli darai. Ma andiamo con ordine. 


Fare un abbozzo di TRAMA, viene davvero difficile. Perché questo è un racconto corale, non è una storia lineare e non è semplice. Parla, come si diceva, di una ragazza a cui è stato tolto tutto e che ha come missione nella sua vita quella di uccidere il nemico. 

Parla di un pittore, che vive di stenti e di piccoli lavoretti all'ordine del giorno, ma che non trova la fama che desidera; e che viene poi selezionato come pittore ufficiale di un lontano monarca con l'incarico anche di spiare la terra straniera. 

Parla di una donna che ha perso tutto ma che non si è arresa e che è pronta alla nuova vita che le viene offerta, seppur molto diversa da quella che aveva in mente. 

Parla di soldati, di bambini perduti, di capi di governo, di imperatrici; di vendette, di sotterfugi, di intrighi e di tradimenti. 





Ok, dopo questa sinossi che dice tutto e niente, parliamo un po' di come mi sono trovata io a leggere questo libro. Perché è stata una strana avventura, in effetti. 

Dopo aver letto le prime 10/15 pagine, già volevo piangere. Ho impiegato più di quanto mi piaccia ammettere ad abituarmi alla scrittura di Gavriel Kay. L'autore usa uno stile che probabilmente definirei "antico". Qua, in effetti, (e solo qua) riconosco la somiglianza che alcuni hanno evidenziato con Tolkien; E' uno stile che si prende il suo tempo, ma soprattutto che lo fa con estrema complessità. Kay non ha paura di descrivere, di analizzare, di appuntare. Non va di fretta, il signore; per niente. E questo ammetto che in alcune parti mi è un pochino pesato. Io di base non ho problemi con una narrazione lenta, purché sia utile alla trama, evocativa (penso sempre a Il nome del vento, uno dei miei libri preferiti di sempre). Non fraintendetemi, il libro non è scritto male e il mio non vuole essere un giudizio sulla qualità del narrato. Semplicemente, a mio gusto personale, alcune parti secondo me erano evitabili o quantomeno riducibili. 

O anzi, meglio ancora: forse l'autore, a mio parere, avrebbe dovuto incentrarsi di più sui personaggi, invece che sul mondo in cui vivono. Una pecca che ho riscontrato infatti è che ho davvero faticato ad entrare in empatia con i personaggi, perché in effetti l'autore non ne da modo. Alcuni momenti oggettivamente carichi di emotività, diventano su carta poco incisivi, per questa ragione. Il fatto che la narrazione sia molto atipica e non lineare, rende anche difficile seguire la crescita e l'evoluzione di un personaggio. 

Mi spiego meglio: normalmente in un libro si narra una storia che parte da A e arriva a Z. O a X e Y, ecco. 

Ex. A --------------------------------------------- Z

Qua invece la sensazione è stata questa: 

    C-----------------------------------------------V

Mi sono sentita come catapultata in una storia già iniziata, che ho seguito ben volentieri, ma che poi non è in effetti terminata. Il tutto condito con diversi salti temporali, sicuramente utili all'intreccio ma leggermente logoranti per l'empatia del lettore. Un personaggio in particolare ha avuto una crescita personale incredibile dall'inizio del libro, il problema è che non viene accompagnata: un momento è cosi, nel salto temporale successivo è cosà. 

Questo, che credo essere una scelta narrativa di Gavriel Kay, non un errore di per sé, è un aspetto che non ho amato. Aspetto che peraltro si ripercuote anche su alcune scene clou del romanzo, che vengono di fatto tagliate. Un esempio in particolare che mi ha fatto uscire dai gangheri: un processo totalmente inaspettato, che mi ha dato tantissimo le vibes all'episodio 7x07 di Game of Thrones, e che avrebbe potuto essere una scena epica, viene di fatto saltato e descritto poi a posteriori dai personaggi seguendo le loro impressioni e le conseguenze dello stesso. Ed è una cosa che capita più volte nel libro. 


Ma vabbè, cosi sembra che io questo libro lo abbia odiato. Ma vi assicuro che non è affatto cosi, anzi. Non è probabilmente stato la miglior lettura dell'anno ma è comunque un libro validissimo e che mi sentirei di consigliare agli amanti del fantasy. Quindi, beh, passiamo alle cose che invece mi sono piaciute molto: 

- Presenza di personaggi femminili forti e indipendenti, senza mai risultare pesanti o stereotipati. Danica è un personaggio che da sola avrebbe potuto reggere un intero fantasy (un po' ci spero in uno spin-off in effetti). Mi ha ricordato un pochino Arya Stark, un pochino Mia Corvere, un pochino Uma Thurman in Kill Bill. 

E Leonora! Lei mi ha fatto volare dall'inizio alla fine: una donna elegante, di classe, ma che si adatta alla situazione che la circonda e non ha paura di sporcarsi le mani... anche se sempre con grazia e compostezza. 

- Relazioni umane molto ben costruite e assolutamente realistiche. I personaggi sono molto umani e i rapporti tra di loro sono totalmente credibili. Non ci sono mai dialoghi superflui o improbabili, e non si dubita mai del sentimento che un personaggio prova per un altro, a prescindere dal tipo di legame. In questo senso, vi devo dire, ci sono persino scene spicy in questo libro, ebbene si. Totalmente inaspettate, ma ci sono. Ma sono descritte talmente bene ed in modo talmente maturo ed elegante (oltre che assolutamente non inutilmente esplicito o volgare), che mi sono persino piaciute. E parecchio. 

- Per alcuni aspetti alcune sottotrame e soprattuto la loro evoluzione mi hanno ricordato pezzi di Il trono di spade. In particolar modo la volontà di seguire individualmente la storia di ogni personaggio dal suo punto di vista, senza lasciare mai nessuno da parte. Ma anche alcune intrighi, alcune strategie politiche e alcuni eventi che non dirò per evitare spoiler. 

- Narrazione spezzata ma complementare. Mi spiego meglio, si. Prima ho detto che ci sono molti salti temporali e che il libro sembra non avere un inizio ed una fine. E confermo. Ma in ogni "zona temporale" gli eventi sono descritti in modo molto preciso e puntuale. Ho adorato il fatto che la conclusione del punto di vista di un personaggio, combaciasse con l'inizio di quello di un altro personaggio. 


Ex. A sta scrivendo su una pergamena alla scrivania, sente bussare alla porta. Passaggio di pov a B, che si avvicina ad una stanza e bussa alla sua porta. Non so se sono stata chiara, spero di si perché temo di non saper fare meglio di cosi 😂


Bene, chiuderei qui questa recensione che è diventata un pochino lunghetta, ma sono felice di essere riuscita a parlare di tutte le impressioni che ho avuto durante la lettura (e che mi ero maniacalmente appuntata, altrimenti col cavolo che mi sarei ricordata tutto). 

Ringrazio ancora infinitamente come sempre Oscarvault e Mondadori per la copia omaggio e per la fiducia ❤ 



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