TRILOGIA DAEVABAD 💛

 



Niente trama, questa volta. La storia a grandi linee potete trovarla nell'articolo dedicato al primo libro della Saga. Qui, invece, voglio parlarvi dell'intera trilogia (senza spoiler, tranquilli). 
Perché questa saga si merita un posto tutto suo, uno spazio dedicato interamente a lei. La trilogia di Daevabad mi ha rubato il cuore e, signore e signori, sono qui per convincervi ad essere conquistati da lei. 

Da dove partire? Non lo so nemmeno io. Ora che l'ho terminata posso dirlo: questa saga è assolutamente al livello di Nevernight. Sono due saghe molto diverse, che non mi permetterei di paragonare perché hanno davvero pochi punti in comune, ma entrambe hanno saputo rubarmi il cuore e prendersi un posticino tutto loro nelle mie letture preferite di sempre. 

Ok, iniziamo dai personaggi. 

PERSONAGGI: La protagonista indiscussa, quella che fa da perno all'intera storia, è sicuramente Nahri. Ma al suo fianco si dipanano i fili di tanti altri personaggi con altrettante storie estremamente interessanti. I POV nel racconto sono 3: quello di Nahri, quello di Dara e quello di Ali. Ma attraverso le loro trame ci viene permesso di conoscere anche i pensieri, le avventure, le ideologie di tutti coloro che entrano in contatto con loro. 
L'evoluzione dei personaggi, sopratutto dei tre principali, è a dir poco incredibile. Se già al principio presentavano caratteristiche interessanti ed indoli molto specifiche, con il passare del tempo possiamo vedere i cambiamenti nel loro modo di ragionare, di pensare, una crescita dei loro valori, una nascita di sentimenti che non ci saremmo potuti aspettare. Assistiamo in prima persona alla maturazione di una giovane ragazza, ma anche di un Jinn con qualche secolo alle spalle e di un principe troppo impulsivo ed idealista. Conosciamo i loro desideri, le loro paure; vediamo come li affrontano e come reagiscono alle avversità che puntualmente si presentano. 
Ho un debole per Dara, non l'ho mai nascosto; ma fidatevi che sono molto oggettiva quando dico che la sua evoluzione è stata sicuramente la più bella. Non posso dire altro perché ogni parola potrebbe essere uno spoiler; vi toccherà leggere questi libri per scoprire se (anzi quanto) ho ragione. 
Sempre in riferimento ai personaggi devo fare un appunto. Si vede lontano 10 miglia che questa saga l'ha scritta una donna. I personaggi femminili (tutti, non solo Nahri) sono fenomenali. Tutte donne molto diverse tra loro, ma tutte con una forza immensa. Le donne della Chakraborty non si fanno mettere i piedi in testa, sono risolute, indipendenti ed orgogliose; ma questo non impedisce loro di amare, di soffrire per sé stesse e per gli altri. E gli uomini, dal canto loro, sono meravigliosi: dolci e impacciati, o forti e tormentati, o arroganti e indisponenti; ma sempre con una vena di umanità che non li rende così diversi dall'altro sesso. Capaci di perdonare, di fare ammenda, di provare emozioni. 
Un'ultima cosa: ho amato alla follia il fatto di poter conoscere il punto di vista dei "cattivi" della storia a tal punto che a volte si fatica a definirli tali. In questa saga puoi scrutare nella loro anima, nel loro passato, e scoprire le motivazioni che li hanno spinti a diventare come sono. Il fatto di poter conoscere il POV di diversi personaggi, appartenenti (per buona parte della storia) e fazioni differenti, aiuta a comprendere i diversi pensieri e le implicazioni che da essi deriva. Tutto questo rende anche i cattivi "umani": hanno emozioni comprensibili, fanno ragionamenti condivisibili... Insomma, un po' li capisci, anche se spesso fatichi a giustificarli. Ok, vado avanti. 

IL SISTEMA MAGICO: Ho già accennato qualcosina nel precedente articolo ma non ho intenzione di andare oltre; rovinerei la sorpresa e rischierei di confondere le idee, visto che è un sistema davvero complesso ed originale. Ma due parole voglio comunque dirle: l'autrice ha attinto dalla mitologia e dalle leggende medio orientali per creare un mondo magico, immersivo, spettacolare, ma estremamente credibile. Tutte le tribù dei daeva, tutti gli shafit, tutte le creature magiche hanno un loro perché ed una loro perfetta caratterizzazione. In questi libri troverete Jinn, Marid, Ifrit; ma anche Shedu (delle sfingi viventi, in pratica; ho amato), cavalli alati, gul. Insomma, ce n'è davvero per tutti i gusti. E vi assicuro che, oltre ad esserne sorpresi, qualunque siano le vostre aspettative, non rimarrete delusi. 

I COLPI DI SCENA (No spoiler, giuro): Si, più di uno. Prima di leggere il terzo libro, un giorno, stavo parlando con il mio fidanzato e gli ho detto "l'unica cosa che questa autrice può invidiare a Kristoff è la sua incredibile capacità di scrivere un colpo di scena". Ebbene, ora che ho terminato la trilogia, posso dire che mi sbagliavo. Sicuramente si può notare nello scorrere dei libri anche un'evoluzione dello stile di narrazione dell'autrice. Se nei primi due libri i colpi di scena si, ci sono, ma arrivano sempre un po' con calma, in questo terzo volume la storia è diversa: vedi i fuochi d'artificio, ti strappi i capelli, piangi tutte le tue lacrime (è successo più volte di dover posare il libro perché non riuscivo a leggere per quanto le lacrime mi offuscavano la vista, giuro), godi come un riccio appena nato. Le ultime 150 pagine de L'impero di oro sono letteralmente un viaggio al cardiopalma. Si fatica a posare il libro, dopo ogni capitolo devi iniziare il successivo perché DEVI SAPEREEE. 

SPICY: Eheheh lo so, non ve lo aspettavate, vero? Nemmeno io. E invece devo dirvi che la signora Chakraborty ha fatto un grandissimo lavoro anche nella scrittura di alcune scene un pochino piccantelle. Non vi aspettate una cosa alla Sarah J Maas, sia chiaro. Qua le scene sono poche, calibrate, estremamente contate e sempre utili e funzionali alla storia. Più che scene di passione sono scene di intensità, sia emotiva sia carnale. Non vengono descritte nei minimi particolari, viene lasciato molto spazio all'immaginazione e non c'è nemmeno all'orazione il rischio crine (che per quanto mi riguarda nelle scene spicy sta sempre dietro l'angolo). Non c'è stata una sola scena un po' spintarella che non mi abbia fatto provare le farfalle allo stomaco. Per me è così che tutte le storie d'amore dovrebbero essere raccontate nei libri: con la giusta misura, con moderazione, con cuore, ma non con dosi eccessive (ma anche minime in realtà) di miele. 

PIRATI: Cosa? Pirati? Così de botto senza senso? Eh si amici, nel terzo volume di questa trilogia spuntano pure i pirati. Senza fare spoiler, ci tenevo a dirvelo non solo perché io sono una grandissima appassionata della categoria e ho fangirlato come una sedicenne qualunque, ma anche e soprattutto perchè da poco è uscito (in lingua originale) il primo libro della nuova saga della Chakraborty. E, indovinate un po'? E' ambientata nello stesso universo della Città di ottone ma la protagonista è una ex piratessa che riparte all'avventura. E io non vedo l'ora di scoprire se ci saranno collegamenti tra le due saghe. Già impazzisco all'ideaaaaa. 

IL FINALE: Ho quasi finito, giuro. Voglio solo più spendere due parole sul finale di questa trilogia. Per me i finali sono fondamentali in qualunque libro, ma nella saghe in particolar modo. Per cui capita spesso che io arrivi alle pagine conclusive con un timore e un'ansia incredibili di rimanere delusa per qualunque cosa; a maggior ragione se tutto il resto del libro (o della saga) mi è piaciuto da impazzire. E, amici: qua di delusione nemmeno l'ombra. Un finale semplicemente PERFETTO. Tutte le trame sono state concluse, ma rimane quell'alone di apertura che io adoro; io venero i finali di questo tipo perché mi sanno di vita vera. Un happy ending, come disse una volta un saggio, non può esistere, se non sei morto. Perché qualcosa, dopo, deve comunque succedere. E quindi io preferisco non vederla questa fine, preferisco sapere che, per adesso, tutto va bene e immaginare che le cose saranno così anche in un ipotetico "dopo". E oltretutto questa cosa l'ho ovviamente usata come scusa per nutrire la mia sensazione incredibile che ci sarà un collegamento tra questa trilogia e la prossima. 

Insomma, penso sia una delle prime volte nella mia vita in cui faccio fatica a scegliere un libro preferito di una saga. Ogni libro di questa trilogia è perfetto a sé, ognuno ha i suoi punti di forza e le sue meraviglie. Quindi, non sceglierò, ok? 

Ancora una chicca che non molti sanno: è uscito (per ora solo in lingua originale, non so se verrà mai tradotto in italiano) un volume spin-off della saga. Il titolo è "The River of silver" ed è una raccolta di racconti che indagano i POV di diversi personaggi della saga per approfondire quello che è il loro pensiero, o le loro azioni in un determinato momento della storia. Non vedo l'ora di leggerlo e poi vi farò sapere. Intanto, LEGGETE QUESTA SAGA VI SCONGIURO. 

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