KILL CREEK 🏚



Letture per la spooky season e dove trovarle 👀


TRAMA

Quattro celebri scrittori horror vengono contattati dal conduttore di uno web show per partecipare ad un'intervista esclusiva che si terrà in una casa oramai abbandonata da anni, la sera di Halloween. 
Chi per inganno, chi per desiderio di rivalsa, tutti e quattro gli scrittori accettano l'invito e si ritrovano con il conduttore e la sua assistente nella vecchia dimora. Li, però, scopriranno che forse le voci sulla sua infestazione non sono totalmente inventate: strani rumori, corridoi che compaiono all'improvviso e scale che danno su una porta murata. Qual è il mistero che si cela dietro questo edificio e i suoi vecchi abitanti?


Una sensazione che già avevo avuto dalla trama e che ho confermato leggendo il libro, è che questa storia potrebbe benissimo essere la nipote di L'incubo di Hill House, di Shirley Jackson; ma svecchiata, approfondita e molto, mooolto più inquietante. 
Non fraintendetemi: avevo apprezzato molto, quando lo lessi anni fa, il classico dell'horror psicologico; ma al tempo stesso mi ero sentita come se mi fosse mancato qualcosa. Come se si percepisse che era figlio della sua epoca (cosa anche scontata, in effetti).
Al contrario ho adorato alla follia la serie tv Netflix ad esso ispirata, The haunting of Hill House, che infatti è diventata una delle mie preferite di sempre. Perché, presa la storia originale, l'ha esplorata ed approfondita fino a portarla ad un altro livello. 

E secondo me Kill Creek ha più o meno lo stesso merito (sono piuttosto convinta che, tra le altre cose, l'autore sia stato ispirato dal grande classico per l'idea di questo romanzo). La storia è molto inquietante pur essendo, almeno nella prima parte, essenzialmente un terrore psicologico. 

Fin dalle prime pagine i personaggi ci vengono presentati in modo impeccabile: sono caratterizzati divinamente ed è semplicissimo immedesimarsi nelle loro azioni e nei loro pensieri. 
Gli spazi sono descritti in modo puntuale e molto scenografico, e la narrazione è molto cinematografica (ho scoperto recentemente che Scott Thomas ha lavorato per diversi anni nella produzione di serie tv, per cui questa sua propensione narrativa ha una sua logica; che io peraltro apprezzo infinitamente).  Sembra davvero di trovarsi nella casa insieme ai personaggi, di sentire e di vedere quello che loro sentono e vedono. E' un'esperienza estremamente immersiva. 

L'intreccio si dipana poco a poco e io fino alle ultime pagine ero super convinta di aver capito con anticipo il plot twist finale per una volta; e sembrava davvero fosse così. 
Finché non sono arrivata all'epilogo e allora coooooosa? 😱

Insomma, non so se si sia capito... ma per me è un grande SI. 



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