IL NOME DEL VENTO 🍂


Uno dei libri più belli del 2022, a mani basse. Forse (forse) il più bello. 


In questa recensione ho deciso di saltare la trama, perché credo che sia davvero difficile racchiudere in poche righe l'essenza di questo libro. Si rischierebbe di dire solo cose superflue e al tempo stesso di non dire abbastanza.
Perché Il nome del vento è un libro estremamente pieno, complesso e dettagliato, senza al tempo stesso avere momenti di azione particolarmente significativi. E' un libro che ti entra dentro, che ti conquista e che non ti lascia più. 
Ma andiamo con ordine.

Un piccolo cenno questa volta voglio farlo alla storia editoriale dell'opera, perché mi sembra necessario. 
Il nome del vento è il primo volume della trilogia fantasy Le cronache dell'assassinio del re, pubblicato per la prima volta in Italia da Fanucci nel 2008. Ad esso è seguito, nel 2011, La paura del saggio, secondo volume della saga. Il terzo volume, ad oggi, non è ancora stato pubblicato neanche in lingua originale. Sicuramente Rothfuss dev'essere amico con il buon Martin e si ritroveranno nei pub il sabato sera ridendo alla faccia nostra.
Comunque. Nel 2016, per Oscarvault, è stata pubblicata un'edizione da collezione del primo volume, che è quella che posseggo io (si, solo il primo volume mannaggialamiseria). Questo libro è un'opera meravigliosa, ve lo giuro. Oltre ad essere magnificamente illustrato, nelle ultime pagine troviamo numerose appendici di approfondimento su alcuni aspetti del mondo immaginario creato da Rothfuss: la valuta, lo scandire del tempo, la pronuncia dei nomi (anche se l'autore stesso invita il lettore a non seguire alla lettera le sue indicazioni, ma anzi a pronunciare i nomi dei luoghi e dei personaggi come più li sentiamo vicini a noi). Insomma, un piccolo capolavoro. 





Ma passiamo alla storia. 
Avrei voluto aspettare a leggere questo libro. Aspettare almeno che il buon cuore dicesse a qualche piano alto di Oscarvaul di pubblicare anche il secondo volume in questa edizione por*ografica, visto che tra le altre cose l'edizione cartacea di Fanucci è oramai introvabile. 
Ma un giorno mi sono svegliata con la voglia di leggere un libro impegnativo. Di catapultarmi in un'opera di qualità e che mi richiedesse del tempo. E così ho scelto Il nome del vento (che comunque mi aspettava in libreria già da un po'). 
E ho fatto benissimo. 
Ho impiegato più di 2 settimane a terminare la lettura, e vado molto orgogliosa di questa cosa. Un po' la lentezza me la sono imposta, un po' secondo me è davvero necessaria per poter apprezzare a pieno questo libro. Perché è una storia che si prende il suo tempo, che non corre, che deve essere assaporata in ogni suo momento. Non è uno di quei libri al cardiopalma in cui ogni capitolo termina con un plot twist e devi subito sapere come prosegue, no. E' più come se fossi al bar, e un amico ti stesse raccontando le sue avventure. E tu sei lì, con una barretta in mano, ad ascoltarlo. E non hai nessuna fretta, e hai tutto il tempo del mondo. 

Vogliamo parlare della struttura del romanzo?
Ho già letto, l'anno scorso, un altro libro con la stessa struttura, ed è stato una delle mie letture preferite del 2021. Sto parlando di L'impero del vampiro, ovviamente. E già ai tempi, sapevo che Kristoff aveva preso ispirazione da questa saga. Motivo in più per essere super gasata quando avevo iniziato la lettura.





Kvothe è ora un adulto. Un uomo che ora si fa chiamare Kote e che possiede una locanda, La pietra miliare, che gestisce insieme al fedele amico e apprendista Bast. Qui, vive e lavora cercando di non avere rogne, apparentemente nascondendosi da qualcosa (o da qualcuno) del suo passato. 
Un giorno giunge alla locanda Devan Lochees, altresì detto Cronista. Un uomo proveniente da lontano, che riconosce Kvothe per chi è veramente, e che vuole conoscere la sua storia. 
Dopo una lunga opera di convincimento, l'uomo ha successo ed inizia così la lunga narrazione del locandiere sul suo passato. 

La narrazione inizia dalla sua più tenera infanzia, quando ancora faceva parte della compagnia di artisti girovaghi, gli Edema Ruh, con i suoi genitori, ed era un bambino intelligente e felice; qua impara i primi rudimenti di Simpatia, la magia basata sulla natura e sui suoi legami. Ed è sempre qui che ha il suo primo incontro con i Chandrian, i misteriosi "demoni" contraddistinti da un fuoco blu e che la maggior parte della gente ritiene essere solo una favoletta da raccontare ai bambini. 




La storia prosegue con la sua prima adolescenza, contraddistinta da una vita di stenti e di trascinata sopravvivenza. Kvothe conoscerà lungo la strada diverse persone, alcune più amabili altre più detestabili, e tutte lo aiuteranno ad imparare e a diventare la persona che ora, nel presente, è.
Tra varie difficoltà il ragazzo riuscirà ad entra all'Accademia, con qualche anno di anticipo rispetto all'usuale età di ammissione. Qui la sua intenzione è di poter accedere agli Archivi, la biblioteca più fornita dell'Impero, per poter approfondire la sua conoscenza della Simpatia e per poter scoprire qualcosa di più sui misteriosi Chandrian.  Ma la retta bimestrale è molto alta, e il carattere molto forte del ragazzo non lo rispamarmierà dal procurarsi qualche nemico. Uno, in particolare. Ambrose. Vi giuro che a pensarci mi sale ancora la voglia di prenderlo a cartellate sulle gengive. Un individuo a dir poco detestabile. 
E poi ci sono Simon e Wilem, i due ragazzi con cui lega maggiormente all'Accademia e che può finalmente chiamare amici. 
E Auri, la dolcissima e misteriosa Auri. 




E ovviamente Lei, Denna. Che storia è senza una femme fatale che fa perdere completamente la testa al protagonista giovane e sprovveduto che ancora sa poco o niente dell'amore? Io di solito non sono fan delle storie d'amore eccessivamente melense. Ma gli incontri tra i due sono di una poesia incredibile, è impossibile non capire la sottonaggine di Kvothe per l'infallibile fascino di lei.
Denna è un personaggio che devo ancora capire per bene, però. Nel senso: è caratterizzata divinamente. E' una donna dal passato (e spesso anche dal presente) tutt'altro che semplice e lineare, e che nonostante tutto non ha paura di usare tutto ciò che ha a disposizione per sopravvivere.
Però non so, allo stesso ha qualcosa che non mi convince. Lo stesso protagonista la definisce "crudele", ma non cattiva, attenzione.  





Io non so che altro dirvi di questo libro, davvero. O meglio, potrei parlarne per ora senza dire niente; perché tutto ciò che dovete fare è regalarvi questo libro e questa storia.
Vi ritroverete a piangere con Kvothe, a sopravvivere a forza, a tremare di freddo la notte e a soffrire per le botte e per gli stenti. Vi ritroverete e temere come lui di ritrovarvi senza soldi e di non poter pagare la retta all'Accademia, vi ritroverete senza parole di fronte ai primi sbalzi d'amore. 

Solo questo, davvero; leggete questo libro. 







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