SOTTO LA PORTA DEI SUSSURRI 💜
TRAMA:
Wallace Price è un avvocato di successo; completamente dedito al suo lavoro, insofferente ai problemi altrui, spigoloso e mortalmente serio. Finché un giorno, nel suo ufficio, il suo cuore smette di battere.
Ma Wallace non vuole crederci, e persino al suo funerale, vedendo le poche persone che, ancora in vita, presenziano alla sua funzione, continua a sostenere che tutto sia un grosso equivoco: ha troppo lavoro da fare per essere morto!
Purtroppo, però, la mietitrice che viene a raccogliere la sua anima, non cede ai suoi capricci, e lo conduce ad una caffetteria molto speciale, il cui proprietario si occupa di far attraversare le anime dei poveri deceduti.
Qui, al "Passaggio di Caronte", Wallace dovrà imparare a fare i conti con quello che è stato in vita, e trovare una pace che gli consenta di accettare la sua morte.
Da quando ho letto, l'anno scorso, il precedente libro dell'autore, La casa sul mare celeste, avevo già capito che avrei letto qualunque cosa scritta da Klune.
Così, non appena questo nuovo romanzo è stato pubblicato, sono corsa in libreria a comprarlo (anzi, allo stand Mondadori del Salone del libro, per la precisione). E, com'era prevedibile, sono felicissima di averlo fatto.
Lo stile di Klune è riconoscibilissimo; credo che anche leggendo solo un paio di righe scritte di suo pugno, si potrebbe intendere tranquillamente l'autore.
D'altra parte, questo libro ha alcune tematiche che già si trovavano nell'opera precedente: l'accettazione di sé, l'amore, la famiglia. L'amore, in effetti, è ancora più presente: la tematica LGBTQ+ in quest'opera è trattata con una delicatezza ed una semplicità incredibili.
Di diverso dal precedente libro, però, c'è il target: se La casa sul mare celeste era sicuramente un libro per ragazzi, che comunque può (forse dovrebbe) essere letto anche da adulti (diciamo dai 10 ai 99 anni, come scrivono nei puzzle); questo invece credo che sia a tutti gli effetti un libro per (almeno) giovani adulti: al di là di alcuni scambi di battute che sicuramente risulterebbero poco adatte ad un pubblico più giovane, la tematica trattata richiede sicuramente una certa maturità per essere compresa.
Questo libro parla, infatti, della Morte; inutile girarci intorno. Wallace è morto; non lo accetta, si lamenta, si arrabbia, ma comunque rimane morto.
Ma parliamo dei personaggi; perché, amici, anche questa volta Klune è riuscito a farmi affezionare irrimediabilmente a tutti. Oltre a Wallace, ovviamente, abbiamo:
Hugo, un giovane uomo incaricato di aiutare le anime dei morti al trapasso. La sua specialità è scoprire il gusto di the perfetto per ogni ospite, per farlo sentire a casa sua e aiutarlo ad aprirsi.
Nelson, il nonno di Hugo, che ha scelto di rimanere ancorato alla Caffetteria per poter sostenere il nipote nel suo lavoro e stargli accanto, anche dopo la morte.
Apollo, un cagnolone dolcissimo che, quando era in vita, era di Hugo, e ora... lo è ancora. Come Nelson, non vuole lasciare il mondo dei vivi, perché il suo umano preferito si trova ancora lì.
Mei, la mietitrice. Un giovane ragazza con un triste passato alle spalle; nonostante tutto allegra, spiritosa, divertente, ma anche dolcissima e forte. Nella mia testa l'ho immaginata esattamente come il personaggio di Morte di The Sandman (di Neil Gaiman), tant'è che la sentivo parlare con la stessa voce che ha Morte nell'audiolibro.
Non posso, poi, non parlare della Casa. Lo dico, ma probabilmente lo avremo pensato tutti: quanto è simile alla Tana dei Weasley? Ho amato questa cosa. Soprattutto perché quella è per me l'emblema della Famiglia; rappresenta tutto ciò che è calore, amicizia, unione, amore. Ed è precisamente quello che rappresenta anche la caffetteria di Hugo: un edificio che ha il compito di accogliere chi è smarrito, farlo sentire a casa, e aiutarlo ad iniziare la nuova sorprendente vita dopo la morte.
La parte iniziale della storia mi ha ricordato un pochino Il canto di Natale di Dickens (che amo) ma sono felice che presto invece abbia presto una piega abbastanza diversa; più che altro perché di quel libro ce ne può essere uno solo. Wallace sembra un moderno Scrooge, sì, ma non è un viaggio nel passato o nel futuro che gli permette di cambiare: sono l'amore, l'amicizia, la famiglia, che gli permettono di vivere, da morto, tutti quei sentimenti che aveva costantemente soppresso quando era in vita.
Per certi versi la storia, almeno come tematica, mi ha ricordato anche il film d'animazione Pixar del 2020, Soul. Anche qui, però, sono felice che la storia si sia sviluppata in modo diverso, non tanto nel contenuto quanto nella forma. Il cartone, infatti non mi aveva fatto impazzire: l'ho trovato piuttosto lento e a tratti forse un po' pretenzioso. A differenza sua, questo libro, scorre che è una meraviglia e ci si assapora ogni sillaba.
Inutile dire che ho pianto, ho pianto tanto. Fin dalle prime pagine, in effetti. Perché la trama principale è costellata con una serie di storie (apparentemente) minori che tengono incollati alle pagine e al tempo stesso spezzano il cuore (Dico solo Nancy. Punto.).
💢DA QUI POTENZIALE SPOILER💢
La fine. Eeeeeh la fine. Ammetto che non mi aveva soddisfatto appieno; sono strana, lo so, ma i finali eccessivamente edulcorati mi fanno venire l'orticaria. A differenza di La casa sul mare celeste in cui, essendo un libro per ragazzi, il lieto fine me lo aspettavo, qua invece, essendo il target più alto, ed essendo il tema portante la morte, mi aspettavo una cosa diversa.
Quindi si, forse ho girato l'ultima pagina con un po' di amaro in bocca.
Ma per fortuna poi c'è stato l'epilogo. E lì. Addio. Lacrimoni a non finire, singhiozzi che mi spezzavano il fiato, mascara sciolto dappertutto... insomma, sì. L'epilogo mi ha soddisfatta.
In conclusione: Klune è riuscito nell'intento di scrivere un'altra piccola perla. Per me La casa sul mare celeste rimane imbattibile, ma questo lo avevo già preventivato siccome (non so se lo abbiate capito) lo reputo davvero un capolavoro. Ma la cifra dell'autore rimane la stessa, si torna sempre a casa, e ogni volta si chiude il libro con la sensazione di aver lasciato una famiglia.
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